di Nando Sigona (su osservAzione.org)
[For a brief on ‘Middle-Earth’ (Tolkien’s citation comes directly from the criminal network leader) in English: The Guardian; BBC, unfortunately they only focus on the involvement of Rome’s former mayor Gianni Alemanno and don’t explore the network targetting in particular of contracts for public services for the most marginalised groups in society.]
L’inchiesta ‘Mondo di Mezzo’ fa tremare il sistema politico-economico romano. Presunti corrotti, corruttori, picchiatori, conniventi, collusi e faccendieri (nani, prostitute e ballerine verrano fuori fra poco) mostrano che non ci sono più divisioni ideologiche che tengano: ‘gli affari sono affari’, dice uno degli inquisiti. Il tariffario che emerge dalle intercettazioni ambientali mostra che la cifra giusta può comprare chiunque: tanto pagano i rom, i rifugiati e i senza casa.
Noi quest’anno abbiamo chiuso… con quaranta milioni di fatturato ma tutti i soldi… gli utili li abbiamo fatti sui zingari, sull’emergenza alloggiativa e sugli immigrati, tutti gli altri settori finiscono a zero (Salvatore Buzzi, presidente della cooperativa ’29 giugno’, Roma)
Nel 2013 ‘Segregare Costa’, l’indagine di OsservAzione (con Lunaria ed altri) sui costi dei campi nomadi nelle principali città italiane aveva messo in evidenza per la prima volta in Italia l’enorme business che circonda la costruzione e mantenimento di questi spazi di esclusione sociale, ma anche la coltre di riservatezza che avvolge bilanci e spese legati ai campi. A simili conclusioni era arrivato anche ‘Campi nomadi spa’, lo studio su Roma dell’Associazione 21 Luglio apparso l’anno successivo. Alla luce dei dati empirici che emergono da queste importanti ricerche, molti si sono chiesti come mai gli enti locali coinvolti non prendessero in considerazione altre soluzioni, più sostenibili economicamente e meno ghettizzanti per i rom. Spesso abbiamo fatto ricorso al razzismo e ai pregiudizi per spiegare l’irrazionalità di un certo tipo di politiche abitative, altre volte abbiamo posto in evidenza come l’indotto dei campi nomadi (cooperative, associazioni e altri soggetti del non-profit) produce un bacino di consenso politico che ha la precedenza rispetto all’interesse dei rom che vi ci abitano.
L’ inchiesta ‘Mondo di Mezzo’ di Roma apre un ulteriore scenario, per molti versi ancora più inquitante. Quelli che siamo soliti considerare casi marginali e di marginalità estrema (rom, richiedenti asilo, sfrattati, senza fissa dimora) diventano il centro di un sistema politico ed economico corrotto. Con un paradossale ribaltamento delle parti, l’inchiesta ha portato alla luce l’economia illegale che circonda i campi, un’ economia di cui i rom sono le vittime e quelli che fanno campagna elettorale invocando la legalità contro i presunti rom criminali, sono i carnefici.
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